Chiesa dell’Immacolata Concezione e di San Filippo detta comunemente di San Filippo, fatta edificare dai Padri della Congregazione dell’Oratorio
negli anni 1680-1722 su progetto dell’architetto romano Francesco Massari, allievo e collaboratore del Borromini; alla morte del progettista nel 1705, i lavori furono affidati al ripano Luzio Bonomi.
L’esterno è stato consolidato e restaurato nell’anno 2000.
L’interno, il più bello della città, restaurato negli anni 1972-74, è ad una navata con tre cappelle per lato, transetto ben pronunciato, agile cupola nella crociera, abside retta; la volta a botte lunettata, fu completata nel 1706; la decorazione a stucco iniziò nel 1721 ad opera del milanese M. Tobia, che realizzò il cornicione dell’abside e della cupola; l’anno seguente il laico filippino Lorenzo Vibi di Perugia, eseguì gratuitamente gli stucchì delle cappelle, dei cornicioni, dei capitelli. Il M.° A. Costantini di Offida realizzò gli stucchi della cupola ed il simbolo filippino ripetuto nei quattro pennacchi. Dal 1955 alle pareti sono le 14 stazioni della Via Crucis, bassorilievi in scagliola, opera e dono di Uno Gera. Al di sopra degli archi delle cappelle sono sei tele raffiguranti (da destra): Santo della Compagnia di Gesù (San Francesco Saverio), San Sebastiano (copia dell’omonima opera di Guido Reni), San Gregorio Magno (opera di Lorenzo Foschi, datata 1634); a sinistra (dalla prima cappella): Santo della Compagnia di Gesù (S. Ignazio), San Carlo Borromeo, Sant’Andrea Apostolo (opera di Lorenzo Foschi e Silverio Carena o Catena, datata 1634).
Prima cappella a destra: Eretta a spese di P. Angelo Tognani e della Congregazione, è dedicata a San Francesco di Paola, la cui effige è nella pala d’altare, probabile opera di Ubaldo Ricci di Fermo (prima metà del ‘700).
Seconda cappella a destra: Di patronato della famiglia Tognani, è dedicata a San Gaetano di Thiene ritratto nella pala d’altare, opera dello stesso Ricci, autore pure delle altre tele che adornano la cappella: a destra San Giovanni Evangelista, a sinistra il Battesimo di Gesù, nella cimasa la Maddalena, in alto negli ovali laterali. San Francesco Borgia e San Francesco di Sales (rispettivamente a destra e a sinistra); molto belli sono gli stucchi. Sotto la mensa dell’altare sono custoditi i resti della Santa Martire Aurelia Procope, contenuti in un corpo eseguito in plastica da Emidio Paci di Ascoli Piceno.
Terza cappella a destra: L’altare fu realizzato intorno agli anni 1855-56: i finti marmi in scagliola furono eseguiti dal giovane ripano Vincenzo Jezzi; i due cornucopi in ferro con ornati di fogliami e di uccelli furono lavorati da Federico Cellini, figlio del forgiatore Gaetano; la pala, la Madonna detta del popolo, è copia eseguita da Stefano Ciannavei, di un originale custodito nel seminario vescovile; la cornice è pregevole lavoro di Vincenzo Salomoni (sec. XIX); la doratura fu eseguita da Emidio Cibatti. Sopra la porta che dà accesso alla sacrestia, tela (già nella prima cappella di sinistra) con i Santi Ignazio di Loyola e Francesco Saverio (sec. XVII): a destra della porta, lapide con medaglione in bronzo (opera di Loredana Luzi) ed epigrafe (testo di Don Antonio Capriotti), collocata nel 1990 in ricordo di Mons. Vincenzo Radicioni, vescovo di Ripatransone e Montalto Marche; a sinistra, tela raffigurante la Vergine che protegge la chiesa di S. Filippo ed il quartiere di Agello, opera (2001) del ripano Mario Vespasiani.
La cappella destra della crociera (transetto) è dedicata a Sant’Anna. Il monumentale altare fu fatto erigere dalla famiglia Benvignati-Ricci; la pala è opera del romano Odoardo Vicinelli (sec. XVIII), allievo del Maratta: rappresenta il Transito di Sant’Anna, giacente sul letto, circondata da San Gioacchino (con il libro aperto), dalla Madonna che le presenta Gesù Bambino, da San Giuseppe, dalla Maddalena inginocchiata; alla parete destra, tela che rappresenta San Filippo che celebra la messa (autore ignoto di epoca barocca); alla parete sinistra, la Crocifissione, altorilievo (1969) di Uno Gera: la grandiosa opera può essere definita la storia della salvezza in sintesi.
Cappella maggiore Abside: L’altare in stile neoclassico fu innalzato nel 1843, su progetto del bolognese Gaetano Ferri, il quale con l’aiuto di alcuni discepoli decorò tutta l’abside a chiaroscuro ed oro, dipinse sulla volta il Padre Eterno e la prospettiva del fondo, che simula la continuazione della Chiesa; gli angeli in alto sono opere di Domenico Paci; la statua dell’Immacolata sistemata nella nicchia, è opera in scagliola del maceratese Fedele Bianchini, discepolo del Canova; la figura della Vergine dipinta sul sipario scorrevole che chiude la nicchia, è opera giovanile (prima metà del ‘900) della ripana Ida Consorti Capriotti; del Bianchini sono pure i tre bassorilievi sottostanti, riproducenti (da sinistra) i profeti Isaia e Davide ed il re Salomone; alle pareti, due tele con fatti della vita di San Filippo, opere del maceratese Francesco Ercolani.
La Cappella sinistra della crociera (transetto) è dedicata a San Filippo Neri. Il monumentale altare in legno dorato fu fatto erigere da P. Giacinto Fedeli; la pala d’altare è opera (prima metà del ‘700) di Ubaldo Ricci: rappresenta San Filippo con i paramenti sacri, in preghiera-contemplazione della Vergine che gli appare reggendo il Bambino (iconografia classica); alla parete di sinistra, tela che rappresenta l’Immacolata, attribuita al pistoiese Lazzaro Baldi (1624 c. – Roma, 1703) ed eseguita su cartone di Pietro da Cortona, restaurata nel 1999; alla parete destra, la Natività, altorilievo (1966) di Uno Gera: cieli e terra, angeli ed uomini accorrono attorno a Gesù Bambino uomo-Dio, per adorarlo.
Terza cappella di sinistra: L’altare in marmo policromo (unico nella chiesa), eseguito Andrea Ascani di Sant’lppolito (Pesaro-Urbino), Custodisce in un’apposita nicchia reliquie e cimeli di San Filippo, conservati in parte nelle urne, in parte dentro due busti del Santo.
Dopo Roma, Ripatransone è la città che ha il maggior numero di testimonianze autentiche di San Filippo, merito questo di P. Alessandro e P. Germanico Fedeli, che furono tra i primi discepoli e collaboratori del Santo. La decorazione pittorica sportello che chiude la nicchia, è attribuibile ad Ubaldo Ricci. Alle pareti laterali i ritratti dei Filippini P. Alessandro (morto nel 1596) a sinistra, e P. Giacinto Fedeli (morto nel 1727) a destra; le brevi epigrafi in latino furono dettate nel 1858 da P. Luigi Michettoni, filippino della Congregazione Ripana. La cappella è stata restaurata nel 1999.
Seconda cappella a sinistra: Fu eretta in onore di San Giuseppe nel 1725 dalla famiglia Recco. La pala d’altare, che rappresenta con realismo forse esagerato, il Transito di San Giuseppe, di recente è stata attribuita al Vicinelli (sec. XVII). Alle pareti laterali sono due monumentini funebri, simili nella struttura: a destra, quello in memoria di Luca Niccolò Recco, Vescovo di Ripatransone dal 1747 al 1765, con ritratto eseguito dal ripano Angelo Maccaroni (sec. XIX) ed epigrafe in latino; a sinistra, quello in ricordo del parroco P. Vagnozzo Pica, fondatore nel 1615 della Congregazione dell’Oratorio Ripano, con epigrafe pure in latino. Nella Cappella sono visibili anche quattro piccole tele (secoli XVII-XVIII) di carattere devozionale. Il restauro della struttura architettonica è stato fatto nel 1999.
Prima cappella di sinistra – Battistero. Fu fatta costruire in onore dei Santi Ignazio e Francesco Saverio da Teodoro Condivi, il cui stemma è nella parete sinistra. Nel 1938, anno in cui la Chiesa divenne la sede della pievania di San Benigno, la cappella fu tra- sformata in battistero e la tela dei Titolari fu sostituita con il gruppo scultoreo il Battesimo di Gesù nel fiume Giordano, opera di Uno Gera.
La bella cantoria (1755) con le specchiature dipinte, è dotata di un modesto organo liturgico, costruito nel 1856 a Notaresco da Vitale de Luca.
La sacrestia fu portata a termine nel 1726; la decorazione della volta a padiglione lunettato, fu eseguita dal Vibi su disegno del Bonomi; l’affrescatura a tempera grassa, fu eseguita a spese del Tognani da Gian Domenico Monsignori di Sant’Elpidio, che vi dipinse al centro la Vergine con il Bambino che appare a San Filippo (copia di un dipinto del Reni), ed intorno in otto specchi, le tre virtù teologali, le quattro virtù cardinali e la virtù della penitenza; alle pareti furono dipinti otto ritratti (ne restano quattro) di sei cardinali filippini, di P. Pietro Consolini protettore della Congregazione, di Bartolomeo Vegezi.
L’affrescatura e gli stucchi sono stati restaurati nel 1997 da Osvaldo Pieramici.
Gli armadi in noce impiallicciata furono realizzati (1735-1738) da Domenico Pettinelli di Ponzano di Fermo; in alcuni ripiani è custodita la lipsanoteca. Sopra la porta di accesso alla cella campanaria, collocato dal parroco Don Antonio Capriotti nel 2001, è esposto il progetto (scala 1:20) per la decorazione della volta della chiesa, eseguito nel 1944 dal pittore e decoratore Dante De Carolis (Acquaviva Picena, 1890 – Bologna 1975), fratello di Adolfo, su commissione del pievano Don Guerino Capriotti.
Usciti dalla Chiesa di San Filippo, percorsa una breve ma ripida discesa, si può ammirare il Monumento a San Filippo Neri, inaugurato l’8 dicembre 1997, con il gruppo scultoreo in bronzo di Giuliano Pulcini.