ricostruita in stile neoclassico a cavallo dei secoli XIX e XX, abbattendo quella antica, angusta e mal ridotta; la facciata con il portale in cemento, fu rifatta nel 1903, demolendo i tre archi del portico, e l’interno nel 1904; il campanile, innalzato di fianco all’abside, fu ultimato nel 1921; è alto 18 metri e dotato di tre campane. Nella chiesa sono stati eseguiti lavori di restauro negli anni 1973-74, nel 1993 (tetto), nel 1996 (sacrestia). Dopo la realizzazione della cappella della Madonna di Lourdes e di quella della Madonna dei sette dolori o Addolorata (navata di sinistra), l’interno si presenta sostanzialmente ad una sola navata, con pronunciato transetto, al cui centro s’innalza una cupola di
modeste dimensioni.
Partendo da destra, vi si possono ammirare: le 14 stazioni della “Via Crucis” (sec.XVIII), il Crocifisso ligneo policromo della seconda metà del ‘600, proveniente dalla Chiesa pievanile di San Nicolò; al di sopra, piccolo quadro raffigurante Sant’Antonio di Padova a devozionale del sec. XVIII); la cappella della Madonna di Lourdes (1905, progetto di Luigi Campanelli, autore anche della piccola statua dl Bernadette Soubirous), rinnovata o 1958 e dipinta da Quinto Tizi; la statua decorata della Madonna raffigurante l’Immacolata di Lourdes secondo l’iconografia tradizionale; in alto, sulla parete frontale, 16 ex-voto ed una piccola tela ovale con la Madonna del Latte (fine del sec. XVII); proseguendo, sopra l’arco, nella parete destra del transetto, tela raffigurante San Francesco Saverio (dipinto devozionale, sec. XVII-XVIII); altare di San Giuseppe con l’omonima statua (arte devozionale d’inizio ‘900); all’angolo, la Madonna di Loreto con la casetta (gruppo ligneo policromo, inizio sec. XIX); sopra la porta di accesso al campanile, tela di consistenti dimensioni (cm. 110 x 120), raffigurante l’Immacolata Concezione (imitazione di Guido Reni. inizio sec. XVIII); nell’abside, altare rinnovato nel 1950 in marmo cipollino e serpentino (progetto dell’architetto Emidio Ciucci); al centro della parete absidale, tavola dipinta (con tronetto barocco dorato), detta di S. Maria delle Grazie (a sinistra della Vergine, Santa Caterina d’Alessandria, a destra, San Giovannino), opera di ignoto del sec. XVI; sopra la porta di accesso alla sagrestia, tela (cm 130 x 180) raffigurante San Nicola di Bari benedicente quattro fanciulli (in abiti eleganti): arte devozionale del sec. XVII; nell’altare del transetto sinistro è una statua del Sacro Cuore, donata dall’omonima Università Cattolica di Milano agli inizi del ‘900; proseguendo, sopra l’arco dello stesso transetto, tela con Santa Caterina da Siena (seconda metà del Seicento); grande croce processionale detta “Tronco” (esposta nel 2002), probabile lavoro del sec. XIX; “La via del cielo”, composizione presepiale, eseguita nel 1946 in terracotta policroma a gran fuoco da Cleto Capponi, autore pure (1962) della ceramica sulla quale è uno sbalzo in rame raffigurante il Battesimo di Gesù, applicata sulla parete del Fonte Battesimale (rinnovato nel 1960); sopra è una piccola tela con il Battesimo di Gesù (inizi del secolo XVIII). La cantoria lignea è dotata di un organo liturgico costruito nel 1906 dalla ditta bolognese Adriano Verati, le cui decorazioni in bianco e nero probabilmente sono state eseguite dal pittore ripano Don Luigi Sciocchetti. Nella sagrestia, ambiente piuttosto modesto, le cui decorazioni pittoriche del soffitto furono eseguite da Quinto Tizi, sono custoditi dipinti di carattere devozionale, quali: San Bonaventura, patrono della Confraternita del SS.mo Sacramento (carta telata ser XIX); il Santo Curato d’Ars, eseguito nel 1930 da Umberto Gradari di Pesaro; San Gabriele dell’Addolorata (sec. XIX).