LA VOLPE E L’UVA 

(Via Paolo Sarpi)

Una volpe affamata vide un grappolo d’va in alto su un pergolato. Saltò e saltò, per afferrarlo, molte volte, invano, fino a sfinirsi dallo sforzo. Allora allontanandosi disse: “Non importa, tanto è acerba!”

Cosi accade tra gli uomini che, incapaci di raggiungere un obiettivo, incolpano lecircostanze.

1. IL TOPO E IL LEONE

(Via Attone Bonaparte)

Un topolino stava per essere mangiato da un leone affamato. Il topolino lo supplicò di risparmiarlo e promise che gli avrebbe dimostrato la sua riconoscenza. Il leone scoppiò a ridere e lo lasciò andare. Quando il leone fu catturato dai cacciatori e legato con una corda, il topolino udendo i suoi lamenti accorse, rosicchiò la corda e lo liberò.

La favola dimostra che, mutando le circostanze, anche i potenti possono avere bisogno dei deboli.

2. LA RANA E IL BUE

(Via Don Augusto Camei)

Una rana si vantava di essere la più grande dello stagno. Quando venne ad abbeverarsi un bue, le altre rane si meravigliarono della sua grandezza. Allora la rana vanitosa per non perdere il primato cominciò a gonfiarsi ingurgitando aria dalla bocca, sempre di più, fino a scoppiare.

La favola insegna che chi finge di essere ciò che non è, finisce sempre per pagarne le conseguenze.

3. IL CORVO E LA VOLPE

(Coro Vittorio Emanuele II, angolo Via Piermanni)

Un corvo aveva rubato un pezzo di carne e stava sopra unramo. La volpe affamata nel vederlo cominciò a fargli grandilodi sulla sua bellezza e a dire che se avesse avuto anche una bella voce, avrebbe senz’altro meritato di essere il re degliuccelli. Il corvo volendo dimostrare che aveva anche unabella voce si mise a gracchiare e il pezzo di carne gli scivolòdal becco. La volpe fulminea lo afferrò e se lo mangiò. E poi sentenziò: ”Se avessi anche il cervello allora sì che saresti un vero re”

La favola insegna che quando la stoltezza si somma alla vanità il fallimento è assicurato.

4. IL GALLO, L’ASINO E IL LEONE

(Piazza Ascanio Condivi)

Una volta un gallo stava mangiando in compagnia di un asino. Un leone si avventò sopra l’asino e il gallo emise un grido così forte da spaventare il leone e metterlo in fuga. Allora l’asino, illudendosi di essere stato lui ad avere spaventato il leone, si mise a rincorrerlo. Quando si furono allontanati, il leone si volse indietro e divorò l’asino. Morendo l’asino disse “Che stupido che sono! Perché ho voluto mettermi in guerra, ,io che non sono nato da genitori guerrieri?”

La favola insegna che molti finiscono in rovina per avereaccettato la sfida di chi si è finto debole e piccolo.

5. LE LEPRI E LE RANE

(Via Virginia)

Un giorno le lepri stanche di essere animali cosi timidi e spaventati da tutti, decisero di farla finita con una vita di timorie trepidazioni e si accordarono per annegarsi tutte insieme in uno stagno. Le rane che stavano nascoste nell’erba all’arrivo delle lepri, spaventate si tuffarono nell’acqua. Allora una lepredisse:” Desistiamo da questa decisione, perché c’è chi è più pauroso di noi!”

La favola insegna che gli infelici si fanno coraggio quando c’è qualcuno che sta peggio di loro.

6. IL GATTO E I TOPI

(Via Montebello, imbocco lato Corso V.E. II)

Una casa era infestata dai topi e un gatto insediatosi inquella casa li catturava e se li mangiava uno ad uno. I topi spaventati si nascosero nelle loro tane e non uscirono più. Allora il gatto escogitò un tranello per farli uscire; si appese ad una scala e facendosi penzolare giù si finse morto. Ma un topolino nel vederlo esclamò: “Caro mio, puoi diventare anche un sacco, ma noi vicino a te non ci verremo mai più!”

La favola insegna che conoscendo la vera natura di qualcuno non bisogna fidarsi dell’improvviso mutamento.

7. LA TARTARUGA E L’AQUILA

(Piazza Donna Bianca de’ Tharolis, Palazzo Municipale)

Una tartaruga pregava insistentemente un’aquila che le insegnasse a volare; ma più l’aquila le dimostrava che lacosa era impossibile, più la tartaruga insisteva. Alloral’aquila la afferrò tra gli artigli, la sollevò in alto e poi la lasciò cadere. La tartaruga urtò contro una pietra e si fracassò.

La favola insegna che molti, a dispetto dei consigli di chi è più saggio, si rovinano per volere imitare gli altri.

8. IL LUPO E L’AGNELLO

(Piazza Recco)

Un lupo vide un agnello che beveva al ruscello e decise di mangiarselo con un pretesto. Prima lo incolpò che gli sporcava l’acqua, ma l’agnello gli fece notare che stando a valle questo non poteva accadere. Allora il lupo gli disse:” Ma tu sei quello che l’anno scorso ha insultato mio padre”. Ma l’agnello gli spiegò che l’anno precedente lui non era ancora nato. Allora il lupo concluse” Se sei cosi bravo atrovare delle scuse, io non posso mica rinunciare a mangiarti”

La favola insegna che contro chi ha già deciso di fare una prepotenza non c’è una giusta difesa che sia valida.

9. IL PESCATORE, I PESCI GROSSI E QUELLI PICCOLI

(Via Montebello)

Un pescatore tirò la rete a riva. I pesci grossi li afferrò con facilità e li gettò a secco sulla spiaggia, ma i pesci piccoli, scivolando tra le maglie della rete, fuggirono in acqua.

La favola insegna che è più difficile salvarsi da un pericolo quanto più si è più vista rispetto a chi è meno appariscente.

10. IL LUPO E L’AIRONE

(Via Montebello, Palazzo Municipale)

Un lupo aveva ingoiato un osso e cercava aiuto per potersene liberare. Incontrato un airone gli chiese di aiutarlo previocompenso. Quello infilò il becco e la testa nella bocca del lupoe dopo avere estratto l’osso pretese il suo compenso. Il lupo rispose: “Non ti basta di avere tirato fuori la tua testa sana e salva dalla bocca di un lupo?”

La favola insegna che il più grande compenso che si possa ottenere da un aiuto prestato ad un malvagio è quello di non essere ripagati con un sopruso.

11. IL CERVO ALLA FONTE E IL LEONE

(Via Montebello, Scalinata di Via Margherita)

Un cervo che beveva ad una fonte si fermò ad ammirare lasua immagine riflessa nell’acqua. Era molto orgoglioso delle sue corna così ramificate e robuste,mentre era insoddisfatto delle gambe troppo scarne e fragili. Ad un tratto un leone simette ad inseguirlo. Il cervo più veloce fugge verso il bosco, dove purtroppo le corna si impigliano tra i rami e lo bloccano. Viene catturato dal leone e mentre stava per morire diceva: “Le gambe che criticavo mi hanno dato la salvezza, le corna che lodavo mi hanno invece tradito”.

Cosi può accadere in caso di bisogno: possono esserci d’aiuto amici che consideravamo poco, mentre possono abbandonarci quelli che consideravamo di più.